Nel mese di Aprile è stato pubblicato sulla rivista L’Accademia del Fitness un interessante articolo dell’insegnante Alex Lattanzi. A seguito il testo integrale.
Godetevi la lettura!
L’utilità del trattamento manuale nelle palestre.
Negli ultimi 100 anni stanno venendo sempre più alla ribalta nuove discipline, cosiddette alternative, che ci aiutano a migliorare il nostro stato di salute, senza dover necessariamente passare dalla medicina tradizionale. Questo soprattutto nei casi che non sono particolarmente gravi e che non hanno bisogno di grandi cure farmacologiche per migliorare o essere guarite.
Ad esempio, per le problematiche sportive, legate alla struttura muscolo-scheletrica, i cosiddetti infortuni e lesioni, l’Osteopatia ha dato tante
soluzioni agli atleti fin dalla fine dell’Ottocento. Nella sua evoluzione come terapia manuale, l’Osteopatia ha portato in auge il lavoro dolce sulla struttura, il riequilibramento Cranio-Sacrale, e vari altri metodi che aiutano a ritrovare una corretta postura e una maggiore funzionalità. Tra questi metodi, vogliamo presentare l’Ortho-Bionomy®, una evoluzione del mondo osteopatico. Nata nel 1978 negli Stati Uniti, in Europa è rappresentata dall’OBEAT (Associazione Europea di Insegnanti di Ortho-Bionomy®) dal 1993, e in Italia dall’ACOBI (Associazione Culturale Ortho-Bionomy® Italia) dal 1994, recentemente affiliata allo CSEN.
Gli antichi greci, avendo osservato l’andamento della Natura avevano coniato il termine ortobionomia. “Ortobionomia” deriva quindi dal Greco antico, e per definizione implica “il corretto agire delle leggi della Natura”, intrinseche nel funzionamento della Creazione, dal Macrocosmo al Microcosmo, dalle Galassie al migrare degli uccelli, al perfetto andamento di un alveare naturale. Alla fine degli anni 70, l’osteopata canadese Arthur L. Pauls, definì il suo nuovo modo di fare trattamenti di derivazione osteopatica con il termine Ortho-Bionomy®. Questa disciplina segue appunto il significato di ortobionomia, che il corpo è in grado di autoregolarsi, autocorreggersi, e quindi guarire se stesso se messo nelle condizioni naturali ed ideali (orto).
Si può quindi dire che l’Ortho-Bionomy® sia un modo olistico di concepire il trattamento manuale di natura osteopatica, ma non solo. Infatti, essendo il termine generico, e implicando l’intrinseco naturale funzionamento dei corpi (vegetali, animali e umani), significa quindi che qualsiasi tipo di trattamento manuale, se segue lo stesso principio di riattivazione dello stato naturale del corpo e delle sue difese, è in linea con il principio dell’ortobionomia.
Premesso che il trattamento di Ortho-Bionomy è di natura osteopatica, ossia manuale, cosa lo rende particolarmente attraente per un atleta, anche frequentatore della palestra? La storia è piuttosto singolare. Un campione della categoria Medi di Carrara, Riccardo Franciosi, mi ha chiesto di fargli dei trattamenti, perché aveva dolori alla schiena e alle spalle, che gli impedivano di prepararsi al meglio per le gare.
I trattamenti sono stati così efficaci che mi ha invitato a venire nella sua palestra e mettermi a disposizione dei ragazzi, nel caso avessero avuto bisogno. E così è stato. Mi sono messo a improvvisare sui tappetini della palestra, avvolto dalla musica assordante del rock duro, interventi di pochi minuti, per risolvere piccole distorsioni sia a caviglie che ginocchia, fastidi alla schiena e dolori alle spalle. Essendo il Principio del metodo semplice, più che un lavoro per me era un divertimento, che comunque permetteva ai ragazzi di tornare al loro allenamento immediatamente, e verificare che l’intervento era stato efficace. Ho avuto il ruolo di seguire altri campioni come Giuseppe Pontrelli, e Giorgio Vanelli a cui ho fatto da accompagnatore alla gara di Sapri (AIC) organizzata da Biagio Filizola nel 2001.
In seguito sono stato invitato nella Palestra Acropolis di Salerno, invitato da un atleta che ho incontrato al Due Torri. A Salerno sono andato molte volte, anche a promuovere l’Ortho-Bionomy, e lì ho continuato a fare quei piccoli “miracoli”, ma che in realtà sono frutto di una adeguata conoscenza della struttura e di un ascolto attento delle esigenze dell’atleta preso dall’allenamento.
Una delle cose più importanti non è solamente il fatto che si interviene sul fastidio, ma soprattutto si cerca di dare degli esercizi che permettano alla persona di mantenere la correzione fatta, e di rafforzarsi specificamente in quella zona articolare che magari ha sofferto per causa di infortuni più o meno frequenti.
Inoltre la modalità lenta e meditata delle manovre è tale, ed è questo l’aspetto più importante, che a del suo corpo, aiutandolo a prevenire in futuro ulteriori infortuni.
L’Ortho-Bionomy® è una disciplina adatta a tanti massaggiatori che hanno voglia di approfondire le loro abilità di conoscenza del corpo per poter intervenire sui loro clienti in un modo più “terapeutico” nel caso avessero dei problemi o contratture legati ad una postura scorretta.
Le controindicazioni sono quasi nulle, perché l’unico intervento diretto che viene fatto sul cliente è quello di aiutarlo a trovare quelle posizioni antalgiche naturali, che lo aiutino a decontrarsi nella zona in cui sente dolore o disagio. In tal modo, si stimolano le naturali capacità di autocorrezione ed auto regolazione innate negli esseri umani (omeostasi) senza dover intervenire con procedimenti invasivi. Alla fine del trattamento, l’operatore suggerisce una serie di esercizi di mobilizzazione delle colonna vertebrale e delle articolazioni, con lo scopo sia di fissare i benefici del trattamento; e inoltre di far fare movimenti specifici, per agevolare i clienti a ritrovare le curve fisiologiche.
Le applicazioni sono comunque tante, e variano da persona a persona, non si possono creare dei protocolli standardizzati. Va riconosciuta la diversità di ogni caso pur avendo comunque come base la realtà anatomica di ogni persona.
Un buon trattamento aldilà di tutto è un veicolante di benessere, rilassamento e maggiore consapevolezza di sé.